Tematica diesel
Brutte notizie per due costruttori tedeschi
25 settembre 2019 upsa-agvs.ch – Daimler deve pagare diversi milioni di multa per la tematica diesel. E i vertici di Volkswagen sono stati citati in giudizio per manipolazione del mercato.
cst./pd. Ammonta a 870 milioni di euro, ovvero 950 milioni di franchi, la multa che il pubblico ministero di Stoccarda ha comminato a Daimler per la tematica legata alla manipolazione delle emissioni dei diesel. La notifica – ha fatto sapere il PM – è scattata per violazione negligente degli obblighi di supervisione in un reparto deputato alla certificazione dei veicoli. I diesel avrebbero dunque ottenuto l’omologazione sebbene le emissioni di ossidi di azoto di alcuni modelli Mercedes non fossero interamente in linea con i requisiti normativi.
Daimler ha deciso di non impugnare la decisione del pubblico ministero. Come ha comunicato lo stesso costruttore, la multa non pregiudicherà il risultato del terzo trimestre. Nella sentenza, il pubblico ministero fa sostanzialmente riferimento alle ordinanze di richiamo che l’Autorità federale tedesca dei trasporti automobilistici (KBA) aveva emesso per 684'000 veicoli. Daimler si era opposta. E continua a opporsi nell’intento di fare chiarezza nell’interpretazione delle norme.
Le brutte notizie non riguardano solo Daimler ma anche Volkswagen: il pubblico ministero di Braunschweig ha infatti citato in giudizio i vertici per manipolazione del mercato. Sono imputati il presidente del Consiglio di sorveglianza Hans Dieter Pötsch, l’attuale CEO Herbert Diess e il suo predecessore Martin Winterkorn. Il tribunale di Braunschweig, però, non ha ancora autorizzato l’atto di accusa.
CEO Herbert Diess.
I tre manager apicali andranno alla barra per non aver informato tempestivamente gli investitori circa gli imminenti rischi finanziari del dieselgate nel 2015, come hanno spiegato i PM. Sui manager incombe anche un procedimento-tipo a norma del diritto del mercato dei capitali. I difensori di Diess, Pötsch e Winterkorn hanno respinto categoricamente le accuse di manipolazione del mercato.
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cst./pd. Ammonta a 870 milioni di euro, ovvero 950 milioni di franchi, la multa che il pubblico ministero di Stoccarda ha comminato a Daimler per la tematica legata alla manipolazione delle emissioni dei diesel. La notifica – ha fatto sapere il PM – è scattata per violazione negligente degli obblighi di supervisione in un reparto deputato alla certificazione dei veicoli. I diesel avrebbero dunque ottenuto l’omologazione sebbene le emissioni di ossidi di azoto di alcuni modelli Mercedes non fossero interamente in linea con i requisiti normativi.
Daimler ha deciso di non impugnare la decisione del pubblico ministero. Come ha comunicato lo stesso costruttore, la multa non pregiudicherà il risultato del terzo trimestre. Nella sentenza, il pubblico ministero fa sostanzialmente riferimento alle ordinanze di richiamo che l’Autorità federale tedesca dei trasporti automobilistici (KBA) aveva emesso per 684'000 veicoli. Daimler si era opposta. E continua a opporsi nell’intento di fare chiarezza nell’interpretazione delle norme.
Le brutte notizie non riguardano solo Daimler ma anche Volkswagen: il pubblico ministero di Braunschweig ha infatti citato in giudizio i vertici per manipolazione del mercato. Sono imputati il presidente del Consiglio di sorveglianza Hans Dieter Pötsch, l’attuale CEO Herbert Diess e il suo predecessore Martin Winterkorn. Il tribunale di Braunschweig, però, non ha ancora autorizzato l’atto di accusa.
CEO Herbert Diess.
I tre manager apicali andranno alla barra per non aver informato tempestivamente gli investitori circa gli imminenti rischi finanziari del dieselgate nel 2015, come hanno spiegato i PM. Sui manager incombe anche un procedimento-tipo a norma del diritto del mercato dei capitali. I difensori di Diess, Pötsch e Winterkorn hanno respinto categoricamente le accuse di manipolazione del mercato.
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