Il futuro da cogliere al volo

Future Day 2019

Il futuro da cogliere al volo

24 giugno 2019 upsa-agvs.ch – Cosa fare dopo l’esame finale di tirocinio e la procedura di qualificazione? Non tutti gli apprendisti al terzo anno hanno le idee chiare. Per questo il Future Day consente a oltre 500 aspiranti meccatronici di automobili di orientarsi tra le tante possibilità di proseguire la loro formazione. AUTOINSIDE li ha accompagnati.

jas. Dove si decide il futuro professionale degli apprendisti del ramo dell’auto al terzo anno di tirocinio? Nell’idilliaca natura del Giura bernese, cioè nel bel mezzo del nulla. Sembra impossibile ma è così. È in questo luogo isolato alle porte di Vauffelin (BE) che si trova il Dynamic Test Center. Il DTC non è solo uno dei principali centri europei di prova per il settore della mobilità ma anche la scena del Future Day. Questo evento di una settimana consente a centinaia di apprendisti di informarsi sul loro futuro professionale e sulle prospettive lavorative. Per i soli meccatronici di automobili sono accorsi 500 giovani di tutta la Svizzera e i relativi insegnanti specialisti. Stefan Mattmann del BBZB di Lucerna è a Vauffelin per la quinta volta insieme alla sua classe: «Sono felice di essere qui, così i miei apprendisti si fanno un’idea più precisa del mondo del lavoro. Varrebbe la pena anche se fosse solo una piccola parte della mia classe a intraprendere una formazione continua.» L’insegnante della scuola professionale di Lucerna aggiunge: «Partecipando al Future Day scoprono un caleidoscopio di possibilità. E che è un’idea più che ragionevole diventare ingegneri automobilistici in un paese in cui non si costruiscono veicoli.»

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Anche Bernhard Gerster, direttore del DTC, ha la risposta pronta in fatto di formazione continua nel ramo della mobilità: «Gli ingegneri automobilistici coprono un campo di attività molto ampio, lavorano con le ultime tecnologie e hanno buone possibilità di trovare lavoro.» E lo trovano in qualsiasi comparto: «Un occupato su sette del settore industriale svizzero produce pezzi per l’industria automobilistica», spiega Gerster. Nel 2018 l’indotto nazionale ha realizzato un fatturato di ben 9 miliardi di franchi. Tra le sue 250 aziende svizzere, quelle trainanti sono le imprese dell’elettronica dei veicoli. Ma a Vauffelin gli apprendisti del terzo anno non trovano una strada a senso unico che sbocca nell’ingegneria automobilistica ma piuttosto una vetrina di opportunità professionali emozionanti e variegate, allestita dal settore Tecnica automobilistica della Scuola universitaria professionale di Berna (BFH), dall’Unione professionale svizzera dell’automobile (UPSA) e da altre associazioni (Agrotec Suisse, Carrosserie Suisse, ASITA, 2ruote Svizzera e ASIMEA). L’UPSA sfrutta questa piattaforma anche per spiegare ai giovani che non si finisce di imparare con l’esame finale di tirocinio (EFT) e con la procedura di qualificazione (PQ) – e quanto sono importanti per il ramo le giovani leve. Dei circa 800 meccatronici di automobili svizzeri uno su quattro intraprende una formazione continua per meccanici diagnostici d’automobile. Ma il ramo offre prospettive allettanti anche ai consulenti di vendita d’automobili e dell’assistenza alla clientela, ai coordinatori d’officina nel ramo dell’automobile, ai diplomati in economia aziendale e, da poco, anche ai restauratori di veicoli con attestato professionale federale e ai soccorritori stradali.

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Un’esigenza sentita, come dimostrano i tanti giovani che partecipano al Future Day per interesse e non per fare solo una gita nel Giura bernese. «Da piccola ho sempre giocato con i Lego e mi sono sempre appassionata di tecnica», spiega Julia Felber, meccatronica di automobili. «Ho azzeccato la scelta professionale e durante il tirocinio i compiti sono diventati sempre più stimolanti. Ora sono pronta ad affrontarne tanti altri.» Come tanti altri apprendisti, la Felber è al Future Day di Vauffelin per farsi un’idea di tutte le prospettive possibili. Simon Flückiger, invece, ha le idee chiare: «Sono stato sempre affascinato da tutto ciò che è legato all’auto. Vorrei diventare ingegnere automobilistico. Oggi sono qui per vedere ciò che occorre e quali altre opzioni ci sono.» Il suo collega Tiago Castro-Ferreira rivela: «Ho fatto tanti tirocini di orientamento e alla fine ho optato per l’apprendistato per meccatronici di automobili perché mi piace l’enorme varietà di compiti che implica il lavoro e perché ogni giorno c’è qualcos’altro da fare.» Matthias Hodel è approdato al tirocinio per meccatronici di automobili guidato dalla sua passione per i grandi veicoli e la tecnica: «Non so ancora di preciso cosa farò dopo. Ma qui posso farmi un’idea più precisa. Penso di continuare con la formazione per meccanici diagnostici di automobili.»

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A Vauffelin i giovani professionisti hanno un’opportunità unica di addentrarsi nella loro materia. In diversi spot dedicati alla tecnica scoprono infatti temi complessi presentati in modo comprensibile. Andreas Hüssy, ad esempio, ha spiegato perché il WLTP, la nuova procedura di misurazione dei gas di scarico, è così impegnativo. Bruno Lauener ha invece illustrato le caratteristiche di diversi materiali e i vantaggi delle simulazioni al computer. Tra gli aspiranti meccatronici di automobili ha fatto furore soprattutto lo spot in cui una Peugeot ha urtato un muro a solo 10 km/h. Dopo il tentativo con i primi quattro passeggeri nessuno ha più chiesto: «Ma dobbiamo allacciare le cinture?» Alla breve rincorsa sono infatti seguiti un forte impatto e un brusco movimento in sincronia del collo dei quattro a bordo – così brusco da lasciare tutti increduli. Così anche il pubblico ha realizzato subito quanto siano importanti la sicurezza e la protezione dei passeggeri quando si costruisce un veicolo. Impressionati dalla scena, gli spettatori hanno poi analizzato i crash video in un altro spot, questa volta da un’altra prospettiva e con più attenzione.

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Il clou indiscusso è stato però il crash test dal vivo eseguito nel pomeriggio, che ha visto una Opel Astra lanciata a 50 km/h contro un ostacolo non cedevole, cioè un palo di metallo. Il test ha messo in luce diversi aspetti, tra cui la differenza nella deformazione di un veicolo con motore trasversale, come la Opel, rispetto a un veicolo con motore longitudinale, in grado di assorbire più energia. «Adesso spalancate le palpebre, altrimenti vi perdete la botta! Dura al massimo un decimo di secondo», ha avvisato il direttore del DTC Gerster poco prima che il potente motore V8 dell’argano si mettesse in moto. Trainata dalla fune, la Opel si è smossa lentamente, ha acquistato velocità e, raggiunti i 50 km/h, si è sganciata dall’argano mentre il motore V8 ammutoliva. All’improvviso il silenzio e l’attenzione erano così densi che quasi si potevano toccare con mano. E infine, l’urto contro il palo sotto lo sguardo di tutti. Con un fragore metallico, il cofano della Opel si è accartocciato intorno al palo, quasi volesse abbracciarlo, mentre la parte posteriore si è sollevata per poi tornare a terra con un tonfo sonoro. L’urto ha lasciato il segno, come si spera l’abbiano lasciato le tante informazioni che i giovani accorsi al Future Day hanno potuto raccogliere sul loro futuro professionale.

Olivier Maeder, membro della direzione UPSA, stila un bilancio positivo: «Abbiamo accolto tanti apprendisti motivati», afferma soddisfatto l’esperto di formazione. «E hanno fatto tante domande interessanti!» Un ottimo auspicio per il ramo svizzero dei professionisti dell’auto.
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