Contratti di manutenzione
Studio pro garagisti in caso di processo
14 ottobre 2019 agvs-upsa.ch – Un articolo comparso su varie testate Tamedia dà un quadro drammatico del ramo svizzero dei professionisti dell’auto. Il tenore del pezzo: ai garagisti non resterebbe che processare contro la disdetta dei contratti di manutenzione. Proprio per questo l’UPSA aveva commissionato in primavera uno studio per aiutare i garagisti in caso di lite.
kro. «La fine imminente dei garage privati» recita il titolo sensazionalistico di un articolo pubblicato lunedì u.s. su diverse testate del gruppo Tamedia. Il pezzo annuncia il compimento di un repulisti «senza precedenti» sul mercato dell’auto. Ecco il presunto retroscena: le grandi marche automobilistiche e gli importatori generali starebbero disdicendo «a raffica» i contratti di manutenzione con i garagisti indipendenti, mettendoli così «alle strette». La storia sarebbe corroborata da due esempi: i già noti casi di Uetli-Garage di Zurigo e di Garage Epper di Lucerna.
L’articolo solleva anche un richiamo alla Commissione svizzera della concorrenza (COMCO), che sembrerebbe «far ben poco», costringendo così i garagisti a rivolgersi ai tribunali. L’Unione si è occupata di questo tema proprio nei mesi scorsi. Nel maggio 2019 UPSA Online gli ha anche dedicato un articolo. Nella primavera 2019 l’UPSA ha commissionato uno studio alla Zürcher Hochschule für Angewandte Wissenschaften (ZHAW) per garantire ai garagisti maggiori possibilità di vittoria in caso di processo. A differenza di quanto stabilito da molti tribunali, lo studio giunge alla conclusione che la concorrenza nell’after-sales interessa un mercato a parte, ragion per cui gli importatori dovrebbero attenersi al diritto dei cartelli.
Ancora non sono noti casi in cui un tribunale abbia deciso in favore di un garagista sulla scorta dello studio della ZHAW. Va però ricordato che quest’ultimo non è vincolante per le corti. Tuttavia, per gli autori dello studio è chiaro che «i tribunali sono tenuti a motivare il respingimento di argomenti o mezzi di prova». Secondo loro, la perizia è un mezzo di prova potente in quanto dimostra per la prima volta in modo scientifico come gli importatori godano spesso di una posizione di mercato dominante nel mercato dell’after-sales.
L’UPSA tiene d’occhio la situazione
L’UPSA osserva attentamente gli sviluppi del caso. Da un lato l’Unione si è presentata e continua a presentarsi periodicamente alla COMCO e tenta di fornire informazioni tratte dalla pratica all’autorità, che sta trattando la questione con grande obiettività. Dall’altro, l’UPSA rappresenta gli interessi dei garagisti e si impegna quindi per rafforzare la loro posizione di imprenditori indipendenti sul mercato. Il presidente centrale UPSA Urs Wernli è però consapevole che: «entrambe le parti sono alle strette.» Per Wernli l’Unione ha l’obbligo, in quanto «voce della ragionevolezza», di promuovere la mutua comprensione tra le parti della rispettiva posizione e di contribuire a un miglioramento dei rapporti. Ricordiamo peraltro che è ancora in sospeso una motivazione del presidente del PPD Gerhard Pfister che sollecita il Consiglio federale a integrare la Comunicazione della COMCO in un’ordinanza. Così l’autorità dovrebbe intervenire d’ufficio in tali casi.
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kro. «La fine imminente dei garage privati» recita il titolo sensazionalistico di un articolo pubblicato lunedì u.s. su diverse testate del gruppo Tamedia. Il pezzo annuncia il compimento di un repulisti «senza precedenti» sul mercato dell’auto. Ecco il presunto retroscena: le grandi marche automobilistiche e gli importatori generali starebbero disdicendo «a raffica» i contratti di manutenzione con i garagisti indipendenti, mettendoli così «alle strette». La storia sarebbe corroborata da due esempi: i già noti casi di Uetli-Garage di Zurigo e di Garage Epper di Lucerna.
L’articolo solleva anche un richiamo alla Commissione svizzera della concorrenza (COMCO), che sembrerebbe «far ben poco», costringendo così i garagisti a rivolgersi ai tribunali. L’Unione si è occupata di questo tema proprio nei mesi scorsi. Nel maggio 2019 UPSA Online gli ha anche dedicato un articolo. Nella primavera 2019 l’UPSA ha commissionato uno studio alla Zürcher Hochschule für Angewandte Wissenschaften (ZHAW) per garantire ai garagisti maggiori possibilità di vittoria in caso di processo. A differenza di quanto stabilito da molti tribunali, lo studio giunge alla conclusione che la concorrenza nell’after-sales interessa un mercato a parte, ragion per cui gli importatori dovrebbero attenersi al diritto dei cartelli.
Ancora non sono noti casi in cui un tribunale abbia deciso in favore di un garagista sulla scorta dello studio della ZHAW. Va però ricordato che quest’ultimo non è vincolante per le corti. Tuttavia, per gli autori dello studio è chiaro che «i tribunali sono tenuti a motivare il respingimento di argomenti o mezzi di prova». Secondo loro, la perizia è un mezzo di prova potente in quanto dimostra per la prima volta in modo scientifico come gli importatori godano spesso di una posizione di mercato dominante nel mercato dell’after-sales.
L’UPSA tiene d’occhio la situazione
L’UPSA osserva attentamente gli sviluppi del caso. Da un lato l’Unione si è presentata e continua a presentarsi periodicamente alla COMCO e tenta di fornire informazioni tratte dalla pratica all’autorità, che sta trattando la questione con grande obiettività. Dall’altro, l’UPSA rappresenta gli interessi dei garagisti e si impegna quindi per rafforzare la loro posizione di imprenditori indipendenti sul mercato. Il presidente centrale UPSA Urs Wernli è però consapevole che: «entrambe le parti sono alle strette.» Per Wernli l’Unione ha l’obbligo, in quanto «voce della ragionevolezza», di promuovere la mutua comprensione tra le parti della rispettiva posizione e di contribuire a un miglioramento dei rapporti. Ricordiamo peraltro che è ancora in sospeso una motivazione del presidente del PPD Gerhard Pfister che sollecita il Consiglio federale a integrare la Comunicazione della COMCO in un’ordinanza. Così l’autorità dovrebbe intervenire d’ufficio in tali casi.
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