«Molti garagisti hanno richiesto i crediti Covid»

Pit stop con economista FIUSGA

«Molti garagisti hanno richiesto i crediti Covid»

12 maggio 2021 agvs-upsa.ch – Personalità interessanti del settore dell’auto parlano di attualità e strategie. Raramente gli indicatori economici del settore di FIUSGA Fiduciaria per il ramo dell’automobile sono stati così attesi come quest’anno. Jvan Hutter, economista e responsabile di Business Management presso FIUSGA, contestualizza i risultati.

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Fonte: Fiusga / media de UPSA

sco. Jvan Hutter, i nuovi indicatori economici del settore riflettono l’anno pandemico 2020 nel ramo svizzero dell’auto. Quale indicatore l’ha positivamente colpita?
Jvan Hutter, responsabile di Business Management presso FIUSGA. A prima vista, certamente l’aumento del margine di profitto lordo nel commercio dell’usato. Un valore sicuramente positivo, ma non troppo sorprendente. La domanda di buoni veicoli d’occasione è aumentata molto nel 2020, così i garagisti hanno potuto imporre anche prezzi più alti. Soprattutto le auto usate più recenti in condizioni perfette sono state e sono tuttora molto richieste. Inoltre, nel 2020 il coronavirus ha spostato le persone dal trasporto pubblico alla mobilità individuale, il che ha contribuito ad aumentare la domanda di auto usate. 

Dopo essersi piuttosto ripreso negli ultimi anni, il rendimento del capitale proprio dei garagisti svizzeri ha nuovamente perso il 2,6% l’anno scorso. Anche il flusso di cassa ha raggiunto solo l’1,6% del fatturato. La situazione dei garage svizzeri è preoccupante?
L’intero settore dell’auto ha avuto un anno difficile in Svizzera. La pandemia e le misure prese per il suo contenimento hanno avuto un impatto particolare sul commercio di auto nuove. Naturalmente, questo lascia il segno. Devono preoccuparsi soprattutto le aziende che non si adeguano o si adeguano solo scarsamente alla nuova situazione. In definitiva però, questo ha meno a che fare col coronavirus, quanto piuttosto con il profondo cambiamento alla base del settore della mobilità. Mi riferisco alle tecnologie di motorizzazione alternativa e alle nuove forme di mobilità individuale.

Sorprendentemente le imprese più piccole se la sono cavata un po’ meglio dei garage grandi e medio-grandi. A cosa è dovuto questo?
Principalmente al fatto che le imprese più piccole puntano meno sulla vendita di auto nuove. Il calo del fatturato nel settore post-vendita è stato relativamente moderato, pertanto molte aziende minori hanno superato la crisi relativamente indenni.

Stupisce anche che il fatturato delle officine sia diminuito, sia in termini assoluti che per collaboratore. Eppure le autofficine sono state molto meno colpite dal lockdown rispetto ai concessionari. Come si spiega questo fatto?
Le vendite, comprese quelle nelle officine, sono diminuite notevolmente all’inizio del lockdown in primavera 2020. In generale, con il lockdown la mobilità è calata molto anche in termini di manutenzione. Inoltre, all’inizio i clienti erano reticenti a recarsi nei garage. Questo ha fatto sì che l’assistenza ai veicoli sia state talvolta posticipata e poi in alcuni casi mai recuperata. Anche se i garagisti hanno per lo più attuato rapidamente i relativi piani di protezione necessari, non è stato possibile nel corso dell’anno recuperare le perdite della primavera.

Fa riflettere il fatto che il quick ratio, cioè il rapporto tra liquidità e passività a breve termine, sia salito dal 61,3 al 71,1%. Ciò è dovuto ai crediti Covid della Confederazione che sono stati sì utilizzati, ma solo come riserva di cassa?
In effetti, i prestiti transitori Covid-19 hanno contribuito significativamente al miglioramento della liquidità. Evidentemente molte aziende hanno approfittato dell’opportunità di ottenere prestiti senza interessi fino a 500'000 franchi. Ci sono certamente aziende che hanno richiesto questo credito quasi come riserva e finora non l’hanno usato per niente. D’altra parte, abbiamo osservato livelli di scorte più bassi in molti garage, il che ha migliorato anche gli indici di liquidità. Tuttavia, i crediti Covid-19 dovranno essere rimborsati nei prossimi anni. È quindi prevedibile che gli indici di liquidità peggiorino nuovamente in futuro.
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